Il campo pratica per un golfista è importantissimo per migliorare il proprio gioco, ovviamente abbinato all’allenamento sul percorso vero e proprio.
Come sfruttare al meglio un campo pratica?
Innanzitutto occorre distinguere tra riscaldamento pre-gara e sessione di pratica.
Il primo, di circa mezz’ora, serve a scaldarsi e prendere confidenza con i vari ferri prima della pressione della gara, ovvero non c’è presunzione di correggere eventuali difetti di tecnica.
La durata della sessione di pratica, invece, ha una durata minima di 90 minuti; si parte da una fase di stretching propedeutico di circa un quarto d’ora, utilissimo a scongiurare microtraumi o stirature, per poi gradualmente forzare sempre di più.
Pertanto è consigliabile, eventualmente, partire dal gioco corto, poiché richiede maggior sforzo a livello fisico, utilizzando dunque ferri corti, e successivamente i ferri lunghi, per finire con il drive. Gli esperti consigliano di allenarsi alternativamente nel gioco corto piuttosto che nel gioco lungo. Per il putt, invece, esiste il putting green.
Per migliorare i propri score, il vero obiettivo per cui tutti i golfisti si allenano, è necessario mirare ad obiettivi specifici, ad esempio una bandierina, abituandosi a dosare la forza in base al bastone o alla distanza che si vuole coprire.
Puntare sulla qualità più che sulla quantità dunque, concentrandosi su ogni singola pallina proprio come se ci si trovasse sul percorso, facendo attenzione a swing, grip e apertura, correggendo gli errori per evitare di trasformare in automatismo un’abitudine sbagliata.
Va ricordato che le palline del campo pratica sono meno attendibili come misura di paragone del nostro gioco, in quanto rispetto alle palline da gara hanno regolarità differenti e coprono distanze più brevi. Quindi non bisogna scoraggiarsi se non si raggiungono le distanze da gara. Conviene concentrarsi più su traiettoria e direzione.
La differenza tra un buon giocatore e un campione la fa la costanza nell’allenarsi, anche sul campo pratica!