Cos’è l’handicap

Il golf è uno sport praticato da giocatori di abilità molto dispari tra di loro. Per far sì che, nonostante tale divario, i golfisti potessero giocarsela “alla pari” è stato inventato l’handicap.

L’handicap in Italia

Ma partiamo dal principio. In Italia, appena una persona qualunque desidera praticare, si iscrive ad un Circolo o un campo pratica e acquista una tessera federale, diventa un N.A., cioè un giocatore non abilitato. Ha libero accesso al campo pratica e alla club house, mentre può accedere al percorso di gioco solo con il proprio maestro o con un professionista.

Per passare al secondo step e diventare G.A., cioè giocatore abilitato, deve richiedere la carta verde, che può essere rilasciata (gratuitamente) da un maestro professionista o dalla commissione sportiva di un circolo.
I criteri per diventare G.A. non sono esattamente oggettivi, in quanto è sufficiente che sappia dimostrare non tanto di essere bravo, quanto di avere una corretta “etichetta di gioco”, cioè sapersi comportare sul campo, ad esempio sapere da che parte passare col proprio carrello o cart, non intralciare il gioco, rispettare il campo, garantire l’incolumità propria e degli altri giocatori e, molto importante, saper compilare uno score. Ovviamente non guastano un livello accettabile di voli corretti della pallina e di conoscenza dei bastoni.

Essere un G.A. consente l’accesso libero al percorso di gioco, ma esiste un terzo step. Per poter partecipare alle gare è necessario avere un handicap, che si ottiene superando un esame di 18 domande sul gioco del golf e rispondendo correttamente ad almeno 15 di esse.

Ma come funziona? Per esempio in un percorso che ha solitamente par 72, un giocatore di hcp 36 dovrà completarlo in 108 colpi. Si fa cioè la somma del par con quello dell’hcp.

Man mano che si migliora – e tale risultato è certificato dagli score di gara – l’hcp scende, fino a poter addirittura diventare negativo. Si parte da 54, cioè 3 colpi in più per buca per terminare un comune percorso da 18 buche. Una persona di handicap uguale a zero, cioè che nell’esempio precedente dovrebbe completare il percorso in 72 colpi, viene detta scratch.

Ciò vale solo per i dilettanti, perché i professionisti giocano alla pari tra di loro con hcp pari a zero.

L’handicap in parole povere è un modo per rendere il golf “democratico”.

I vari sistemi di handicap esistenti

Prima di arrivare a un unico Sistema degli Handicap ce n’erano 6:

  1. il Sistema USGA – utilizzato negli Stati Uniti e in Canada
  2. il Sistema CONGU – a cui facevano riferimento, oltre che Gran Bretagna e Irlanda, anche molti paesi dell’Asia, dell’Africa e del Sudamerica
  3. il Sistema EGA – adoperato in tutta l’Europa continentale (quindi anche in Italia)
  4. il Sistema Australiano
  5. il Sistema Sudafricano
  6. il Sistema Argentino

Questi ultimi tre si erano staccati dal sistema CONGU dopo avervi apportato alcune modifiche.

golf course

Differenze tra i sistemi di handicap

Un sistema di handicap completo consta di due parti complementari: una riguarda il “Course Rating”- cioè la valutazione della difficoltà del campo – e l’altra è relativa alla gestione dell’handicap.

Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, i sistemi vengono suddivisi in due gruppi:

  1. Incremental Systems (ad es. CONGU ed EGA)
  2. Average Systems (come l’USGA).

Negli “Incremental Systems” le variazioni di Handicap dopo ogni giro avvengono mediante aumenti o diminuzioni dell’Hcp Esatto, in base al risultato ottenuto.
Se il netto è al di fuori della cosiddetta “Zona Neutra” (“Buffer Zone”), si ha una variazione dell’Hcp Esatto, in su o in giù (cioè un “Incremento positivo o negativo”).

Se il risultato netto è meglio del proprio Hcp (parlando in termini Stableford, meglio di 36 punti) si ha una diminuzione dell’Hcp di qualche decimale, in base al risultato ottenuto e alla categoria di hcp del giocatore.

Al contrario, se si è giocato peggio e il risultato Stableford è al di sotto del limite della “zona neutra”, si ha un aumento dell’Handicap esatto di un decimale (la cosiddetta “virgola”).

Negli “Average Systems” al contrario, l’Hcp esatto (chiamato”index”) è dato dalla media dei migliori risultati sugli ultimi 20 ottenuti. Ma mentre nel sistema USGA si faceva la media dei 10 migliori risultati sugli ultimi 20, nel futuro WHS si calcolerà la media degli 8 migliori risultati rispetto agli ultimi 20.

Verso l’unificazione

In tanti hanno espresso il desiderio di approdare ad un Sistema Mondiale degli Handicap (WHS) soprattutto per queste finalità:

  • garantire ai giocatori un handicap che rispecchi l’effettiva abilità di gioco
  • attribuire un handicap ad un numero crescente di giocatori
  • creare degli handicap validi in tutto il mondo.

Per queste ragioni dall’unione delle forze di Royal and Ancient Rules Limited (R&A) e di United States Golf Association (USGA) è nata la nuova autorità World Handicapping Authority (WHA).

Per quanto riguarda l’Europa continentale, l’organo responsabile dell’applicazione del nuovo Sistema di Handicap Mondiale continuerà ad essere l’EGA (European Golf Association), che ne demanderà a sua volta l’amministrazione nei vari Paesi alle varie Federazioni.

Il WHS dovrà essere adottato in tutto il mondo entro la fine del 2020 e così la Federazione Italiana Golf ha deciso che lo switch avverrà a dicembre 2020, per avere il tempo di apportare le opportune modifiche al software che gestirà i risultati. Fino ad allora rimarrà in vigore l’attuale EGA Handicap System.

Ovviamente è previsto un programma di formazione adeguato per gli adetti ai lavori.

Scorecard

Cosa cambierà in Italia da dicembre 2020

Eccoci finalmente a vedere nel dettaglio le novità introdotte dal nuovo sistema:

  • l’handicap del giocatore – aggiornato al termine di ciascun giro valido – sarà dato (come già accennato) dalla media degli 8 migliori risultati conseguiti nell’arco delle ultime 20 gare disputate; pertanto i golfisti potranno giocare e divertirsi consegnando lo score senza più il timore di prendere “la virgola”
  • si potranno ottenere punteggi validi per l’handicap sia su giri da 9 che da 18 buche
  • l’handicap massimo rimarrà 54 per entrambi i generi
  • per assegnare il primo handicap sarà necessario ottenere un numero minimo di risultati a discrezione delle singole Federazioni
  • il punteggio massimo registrabile a fini handicap in ciascuna buca sarà il doppio bogey netto, che equivale a zero punti stableford
  • al termine della gara verrà calcolato un aggiustamento dei risultati per tener conto di condizioni anormali del percorso e del tempo (attuale CBA).

Per quanto riguarda il “Course Rating”, nel nuovo WHS rimarrà valido l’USGA Course Rating System; gli handicap di gioco quindi, potranno pertanto variare da campo a campo, proprio come adesso.

Con il nuovo sistema pertanto scompariranno la “famigerata virgola”, le “zone neutre” e le “Categorie EGA” come le conosciamo ora (con limite fino a 4,4, a 11,4, a 18,4, a 26,4 e a 36), anche se ovviamente nelle gare di Circolo si potranno sempre istituire Categorie di Gara, basate sugli Hcp esatti o sugli Hcp di gioco. Rimarrà invece il calcolo dell’“Hcp di gioco” come lo conosciamo oggi, basato su Par, CR e Slope del percorso.





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